Personaggi Illustri
BIANCHI Michele
(Belmonte Calabro 1883 - Roma 1930)
In Foto il Primo da Destra
Nacque a Belmonte, perchè il padre Francesco, medico condotto, si era da poco trasferito da Malito con la famiglia, per esercitare la professione.Entrò nella vita politica, abbandonando gli studi di giurisprudenza, come socialista e come sindacalista. Redattore, nel 1904, dell'Avanti!, passò poi a dirigere la Lotta di Genova, organi di battaglia anti-riformista e cooperativista, e successivamente fu collaboratore de Il divenire sociale di Napoli. Nel 1910, a Ferrara, fu segretario di quella Camera del Lavoro e direttore della Scintilla; nel 1912, a Trieste, fu redattore de Il Piccolo.
Espulso dal territorio austro-ungarico per la campagna interventista che conduceva, lo si ritrova tra i decalisti rivoluzionari che nello stesso anno 1912 uscirono dalla Confederazione Italiana del Lavoro per fondare, sotto la guida di Tullio Masotti, l'Unione Sindacale Italiana, che rivendicando la più completa indipendenza da ogni partito politico ed atteggiandosi a depositari del genuino spirito sindacalista, si proponeva di procedere nella scia del Sorel. Nel 1914 conobbe Benito Mussolini a Milano e con lui fu tra i fondatori dei Fasci di azione interventista, partecipando poi alla guerra come volontario in un reggimento di fanteria. Espulso(1918), appunto per il suo interventismo, dall'Unione Sindacale Italiana, diede cita - assieme a Carridoni, De Ambris e Rossoni - all'Unione Italiana del Lavoro, attraverso la quale il sindacalismo rivoluzionario doveva evolversi in quello nazionale. Fondato il giornale Popolo d'Italia, Mussolini volle che Michele Bianchi, Michelino come amava appellarlo, ne fosse il redattore capo e così, a fianco di Mussolini, Bianchi iniziò la nuova battaglia gridando agli italiani: "La storia non è fatta dal numero: è fatta da quelli che vogliono, che osano, che rischiano".
Primo segretario del Fascio di Milano, nel 1921, al Congresso dell'Augusteo, Bianchi presentò l'ordine del giorno per la trasformazione del movimento in partito e, dopo tale Congresso, fu Segretario generale del partito. Una settimana dopo la Marcia su Roma, Bianchi passava le consegne della Segreteria politica del partito ed assumeva la carica di Segretario Generale al Ministero dell'Interno: un posto di secondo piano, a carattere burocratico, accettato con singolare modestia. Egli era però destinato ad altri e più altri compiti. Eletto, con 11.362 voti di preferenza, deputato per XXVII legislatura nella circoscrizione Calabria-Basilicata fu chiamato nel 1925, al Sottosegretariato dei Lavori Pubblici. La morte lo colse a soli 47 anni. A Malito fece costruire la fognatura, l'acquedotto, l'edificio scolastico, che a quei tempi fungeva da colonia estiva col nome di Bianchi De Bonis.